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I CONSIGLI DI STORIE E DIMORE
PIEMONTE
TORINO
CHIERI
LANGHE
  • La storia di Torino

    Torino è una città di origine romana, epoca di cui si conservano importanti vestigia e soprattutto l’impianto urbanistico ortogonale, incentrato Cardo e Decumano. Per la sua posizione geografica soggetta alle invasioni franche e longobarde, già nel X secolo vide affacciarsi il casato dei Savoia per poi passare definitivamente sotto il suo dominio nel 1418.

    Sotto i Savoia Torino divenne uno dei principali centri e crocevia dell’Italia occidentale. Questo passaggio comportò grandi trasformazioni urbanistiche nella città, fiorita poi fra la fine del XVII e il XVIII secolo con i grandi edifici barocchi civili e religiosi, i portici e le grandi piazze per cui oggi si ammira di Torino la bellezza un po’ francese, elegante e sobria.

    Nell’800 Torino passò sotto il dominio francese per poi tornare sotto i Savoia nel 1815 con il Congresso di Vienna. Nel 1848 il re Carlo Alberto promulgò lo Statuto Albertino che restò l’unica costituzione del Regno d’Italia. Nel 1849 salì al trono Vittorio Emanuele II, il cui primo ministro Camillo Benso di Cavour diede un contributo fondamentale all’Unità d’Italia, che si costituì nel 1861 e Torino ne divenne prima capitale, fino al 1864.

    Nel 1884 Torino fu sede dell’Esposizione Universale che comportò la sistemazione del Parco del Valentino e costruzione del Borgo medievale. In quegli anni nasceva la FIAT, che fece di Torino la capitale industriale italiana per tutto il 900 e, sempre a Torino, si sviluppò per la prima volta in Italia, la nuova arte, il cinema, tutt’oggi cuore della vocazione culturale e artistica torinese

  • Curiosità sulla città

    STATUTO ALBERTINO

    Lo Statuto del Regno o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia del 4 marzo 1848 (noto come Statuto Albertino, dal nome del re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia), fu lo statuto costituzionale adottato dal Regno di Sardegna il 4 marzo 1848 a Torino. Nel preambolo autografato dello stesso Carlo Alberto viene definito come «legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia sabauda».

    Il 17 marzo 1861, con la fondazione del Regno d’Italia, divenne la carta fondamentale della nuova Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche, fino all’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, il 1º gennaio 1948.

     

    TORINO MAGICA

    Secondo la tradizione, Torino sarebbe uno dei vertici dei due triangoli magici: da una parte quello di magia bianca, insieme a Praga e Lione, e dall’altra quello di magia nera, con Londra e San Francisco. Per questo motivo, in città, alcuni monumenti e luoghi spesso inseriti negli itinerari turistici sarebbero ricchi di riferimenti e simboli legati a quest’arte misteriosa.

     

    CREMA GIANDUIA E GIANDUIOTTO

    Torino è una delle città del cioccolato, insieme a Perugia. A Torino nascono la crema Gianduia e il famoso cioccolatino Gianduiotto, inventato dal laboratorio Caffarel che lo presentò in occasione del Carnevale, dandogli il nome della maschera tradizionale torinese.

    Nel 1806, quando Napoleone bandì tutti i prodotti provenienti dalla Gran Bretagna e dalle sue colonie, i cioccolatieri torinesi dovettero trovare una soluzione per “diluire” il cacao, sempre più difficile da reperire, e scelsero la nocciola tonda gentile delle Langhe, oggi prodotto IGP.

    Altra declinazione del Gianduiotto è il Cremino, inventato dal laboratorio Baratti&Milano.

     

    BICERIN

    Bevanda tipica torinese, servita in un bicchierino detto appunto “Bicerin“, a base di caffè, cioccolato, latte e sciroppo di zucchero, inventata nell’omonimo bar storico Al Bicerin, tuttora aperto nella sede storica e con gli arredi originari. L’invenzione del bicerin è stata, senza alcun dubbio, la base del successo del locale e, più che invenzione, fu evoluzione della settecentesca bavareisa, una bevanda allora di gran moda che veniva servita in grossi bicchieri e che era fatta di caffè, cioccolato, latte e sciroppo.

    Il rituale del bicerin prevedeva all’inizio che i tre ingredienti fossero serviti separatamente, ma già nell’Ottocento vengono riuniti in un unico bicchiere e declinati in tre varianti: “pur e fiur” (simile all’odierno cappuccino), “pur e barba” (caffè e cioccolato), “‘n poc ‘d tut” (ovvero “un po’ di tutto”), con tutti e tre gli ingredienti. Quest’ultima formula fu quella di maggiore successo e finì per prevalere sulle altre, arrivando integra ed originale ai nostri giorni e prendendo il nome dai piccoli bicchieri senza manico in cui veniva servita.

  • I primati della città

    Torino è anche una delle città italiane che detiene il maggior numero di primati:

     

    LA PORTA ROMANA PIÙ GRANDE AL MONDO

    La Porta Palatina è la più grande porta romana ancora esistente nel mondo.

     

    IL MERCATO PIÙ GRANDE D’EUROPA

    Proprio dietro la Porta Palatina, a due minuti dall’appartamento di via Conte Verde, si tiene il mercato di Porta Palazzo, il più grande mercato all’aperto d’Europa di prodotti alimentari, all’aperto e non. Accanto agli antichi mercati generali coperti oggi sorge inoltre il Mercato Centrale (presente anche a Roma, Milano e Firenza), progettato da Fuksas e inaugurato nel 2019.

     

    PRIMA CAPITALE

    Torino è stata la prima capitale d’Italia dal 1861 al 1865.

     

    PORTICI

    Torino è la città con la più ampia zona pedonale porticata d’Europa, lunga ben 18 chilometri. Piazza Vittorio Veneto è la più grande piazza porticata d’Europa.

     

    CITTÀ PIÙ VERDE D’ITALIA

    Nell’ultima classifica pubblicata da Treepedia, sito web sviluppato dal Senseable City Lab del MIT di Boston per calcolare l’indice di verde visibile nelle città, Torino è l’unica città italiana presente, al 13° posto nel mondo.

    Il 16% della superficie della città è occupato da aree verdi: circa 160000 alberi, 320 km di viali alberati, 39 alberi monumentali, tra i quali il cosiddetto “Nonno di Torino”, l’albero più vecchio della città, nel parco della villa della Tesoriera.

     

    LA PRIMA SQUADRA DI CALCIO ITALIANA

    Nel 1887 nella città sabauda comparve la prima squadra di calcio italiana: il Torino Football & Cricket Club.

     

    CINEMA Nel 1896 a Torino ci fu la prima proiezione cinematografica d’Italia.

  • Le specialità enogastronomiche

    L’enogastronomia piemontese rappresenta una delle vere eccellenze italiane di altissimo livello. Ecco cosa non si può assolutamente perdere:

    • Il cioccolato, in particolare il Gianduiotto e il Cremino
    • Il Bonet (budino al cioccolato e amaretti)
    • La piccola pasticceria
    • Il gelato
    • I grissini torinesi
    • Il vitello tonnato
    • Gli agnolotti del plin
    • I Tajarin (finissime tagliatelle)
    • I tomini freschi
    • La Bagna Caoda in autunno
    • Il Bicerin, bevanda tipica torinese, servita appunto in un bicchierino, a base di caffè, cioccolato, latte e sciroppo di zucchero, inventata nell’omonimo bar storico Al Bicerin, tuttora aperto nella sede storica e con gli arredi originari
    • Il Vermouth
    • I vini piemontesi!

  • Ristoranti e locali dove mangiare

    Ecco alcuni ristoranti in cui deliziarvi con le ricette tipiche e in generale con buona cucina, a due passi da casa:

    • Salumerie Falchero
    • Caffè della Basilica (trattoria)
    • Bottega mia restaurant
    • Pizzium
    • Ristorante Esperia, per cenare in riva al Po in estate o in una sobria ed elegante sala di inizio Novecento in inverno
    • I piccoli ristoranti di Via Monferrato, una delle vie più amate dai torinesi, accanto alla chiesa della Gran Madre, sulla riva destra del Po
    • Il Gufo Bianco da raggiungere con i mezzi o in taxi, cucina piemontese di alto livello

     

    Il Piemonte è anche famoso per la pasticceria e per alcune bevande tipiche come il bicerin, il vermouth, e naturalmente per i suoi vini famosi nel mondo. Questa è la nostra selezione:

    • Bar pasticceria DAF Elite
    • Prodotti Gianduia
    • Caffè Al Bicerin ovvero dov’è nato il Bicerin
    • Caffetteria Vermoutheria Barolino Cocchi
    • Caffè Mulassano ovvero dov’è nato il tramezzino
    • Bar gelateria Cecchi
    • Alberto Marchetti gelaterie

  • Cosa vedere a Torino

    Torino è una città con un patrimonio storico-artistico straordinario, con i suoi numerosi monumenti e gli oltre 40 musei. Ma Torino è anche una città piacevole in cui rilassarsi passeggiando, con i suoi sterminati portici che coprono quasi tutto il centro, le sue architetture eleganti, i grandi spazi, il suo ricchissimo patrimonio verde di parchi e giardini (al 18° posto nella classifica mondiale).

    Impossibile descrivere tutta l’offerta della città, tuttavia, ecco alcuni imperdibili.

    • Piazza Castello con Palazzo Reale da cui si accede anche alla Cappella della Sindone con la celeberrima cupola del Guarini, Palazzo Madama e Real chiesa di San Lorenzo
    • Cattedrale
    • Piazza San Carlo
    • Palazzo Carignano
    • Museo Egizio
    • Museo del cinema
    • GAM (Galleria d’Arte Moderna)
    • Galleria sabauda, il ricchissimo MAO (Museo di Arte Orientale)
    • MAUTO (Museo dell’automobile)
    • Parco del Valentino
    • Le Gallerie d’Italia, nuovissima galleria in Piazza San Carlo che aprirà ad aprile 2022, che offrirà ai torinesi e a tutti gli italiani un nuovo spazio espositivo di 9000 metri quadri dedicato alla fotografia e al mondo digitale, nazionale e internazionale, nella prestigiosa sede di Palazzo Turinetti.

    Senza contare musei più piccoli ma ugualmente curiosi, come il museo del caffè Lavazza

  • Eventi a Torino

    Con la fine della vocazione industriale di cui Torino è stata protagonista nel Dopoguerra, la città ha riscoperto il proprio patrimonio storico e artistico e la propria anima di capitale culturale. L’evento che ha segnato la svolta in questo senso sono stati i Giochi Olimpici Invernali del 2006, che hanno spinto Torino a valorizzare i suoi grandi e raffinati tesori nascosti ed accompagnarli con eventi e iniziative di grande attualità.

    Dal Salone internazionale del libro, tradizionalmente nel mese di maggio, alle ormai note manifestazioni gastronomiche nazionali come Cioccolatò a ottobre, a programmi culturali di altissima qualità internazionale come il festival di musica classica MITO, che vede collaborare Milano e Torino nel mese di settembre, ai nuovi eventi che Torino ha saputo aggiudicarsi come le finali ATP di Tennis nel mese di novembre, fino al 2024, alla Kermesse di Eurovision 2022, ogni anno il calendario è ricco di proposte e sorprese.

  • Curiosità sull'appartamento Conte Verde

    L’appartamento si trova al piano nobile (sopra i portici) dell’unica ala residenziale del Palazzo di città, sede del Municipio di Torino, che risale al 1663.
    Il progetto fu commissionato all’architetto Francesco Lanfranchi nel 1663 e nel secolo successivo il palazzo venne ampiamente rimaneggiato da Benedetto Alfieri.
    L’ala residenziale di via Garibaldi affaccia tutt’oggi su piazza Palazzo di Città e su via Conte Verde.

    Via Conte Verde prende il nome dal duca Amedeo VI di Savoia (XIV secolo) fu il fondatore della più alta onorificenza sabauda, tra le più prestigiose e antiche al mondo: l’Ordine Supremo della Santissima Annunziata. Giovane scaltro e intraprendente, Amedeo VI partecipò in gioventù a numerosi tornei, nei quali era solito sfoggiare abiti, bardature e vessilli di colore verde, tanto che venne appunto soprannominato “Il Conte Verde”.

  • La storia di Chieri

    All’inizio del II secolo a.C. i Romani fondarono una loro piccola colonia, un presidio militare addirittura di poco antecedente ad Augusta Taurinorum. Questo spiega il doppio toponimo Carrea Potentia, tramandataci da Plinio il Vecchio. Se Potentia, infatti è il nome attribuito dagli antichi romani, Carrea è l’antica voce ligure, derivante dal celtico Carro, da ricondurre all’antico gallico chuari, o chuairt, a indicare una rocca difensiva o una cinta muraria in pietra.
    Sono numerosi i reperti archeologici ritrovati a più riprese a partire dal Seicento ad oggi.

    La città di Chieri acquista grande importanza durante il Medioevo, epoca a cui risalgono i principali edifici religiosi della città, anche grazie al fatto di essere attraversata da uno dei rami della via Francigena, oggi ben indicata per i camminatori.

    Con l’avvento dei comuni e poi con il passaggio sotto la casa Savoia nel XV secolo, passaggio che garantì la pace e quindi il prosperare di una ricca comunità di “borghesi” artigiani e banchieri, fiorì l’artigianato tessile. Prosperò dal XV al XX secolo, tanto che a Chieri nacque l’Università del Fustagno.

    Chieri ha dato vita ed è tutt’oggi sede di importanti attività economiche di rilevanza nazionale, oltre al comparto tessile, che produce oggi tessuti di pregio, quali ad esempio la Martini&Rossi e la casa del caffè Vergnano.

  • Curiosità sulla città

    Jeans
    Si dice che il nome “jeans” derivi dall’arte del fustagno, un cotone molto robusto di colore blu, per cui Chieri era già famosa nel XV secolo, che poi veniva spedito in America da Genova, il famoso “bleu de Gênes” o blu di Genova.

    Ma quel colore blu era “di Genova” solo di nome, perché era ottenuto grazie al pigmento blu estratto da una pianta, detta Gualdo o Gialdo. Le sue proprietà coloranti erano note sin dall’antichità. Il Gualdo deriva il suo nome dal latino Isatis tinctoria, termine che non lascia alcun dubbio sui suoi impieghi. Questa pianta, molto diffusa sul territorio chierese, consentì ai mercanti medievali di coloranti per tessuti di accumulare ricchezze favolose. Tutto grazie al suo pigmento che permette di ottenere tutta la gamma dei blu, dal più scuro all’azzurro cielo.

     

    Grissini Rubatà
    Il grissino Rubatà è l’unico e autentico grissino nato a Chieri nel XVII secolo.
    Il nome deriva dal dialetto piemontese, e significa caduto, richiamando proprio la tecnica con la quale si formano i grissini. II grissino Rubatà (in piemontese, letteralmente, “ruzzolato”) è ottenuto per arrotolamento, da compressione manuale sul tavolo di lavoro, di lunghezza variabile dai 40 agli 80 cm, facilmente riconoscibile per la caratteristica nodosità, dovuta alla lavorazione a mano.
    Il termine Rubatà deriva infatti da robat, attrezzo agricolo d’un tempo, munito di un grosso cilindro di legno che, trainato sul terreno lavorato, lo spianava per compressione.

    Tradizionalmente impastato a mano, con l’aggiunta di strutto oppure olio e strutto, viene cotto in forno a legna. Esistono numerose ricette, tramandate di padre in figlio ed è nell’impasto che sta il segreto della preparazione: il dosaggio dei vari ingredienti e dall’acqua che a Chieri e nei dintorni ne permette la singolare bontà.
    Il rubatà di Chieri è incluso nella lista prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Non è da confondere con l’altra forma tutelata di grissino tradizionale che è il Grissino Stirato. Il territorio di produzione è tutto il Chierese (da Chieri a Poirino e da Chieri ad Andezeno).

     

    Freisa
    Vitigno autoctono del Chierese, tutelato dalla relativa DOC, che dà origine a un vino rosso declinato nelle versioni secco, superiore, frizzante, dolce e spumante, di bassa gradazione alcolica, che offre quindi diversi spunti di abbinamento con i prodotti gastronomici locali.

     

    PERSONAGGI

    San Giovanni Bosco
    Nato a Castelnuovo, a pochi km da Chieri, soggiornò a Chieri negli anni della sua formazione religiosa e culturale (1831-1841), anni della maturazione della vocazione religiosa, segnati da difficoltà economiche che costrinsero il giovane ad affiancare allo studio piccoli lavori.
    Un percorso a tappe nei luoghi di don Bosco a Chieri guida il turismo religioso.

    Cesare Balbo
    Uomo politico (Chieri 1762 – Torino 1837) riordinò le finanze della città di Torino e fu tra i fondatori dell’Accademia delle scienze. Ambasciatore a Parigi nel 1796, esule, dopo Marengo, a Bologna e a Firenze, rientrò in patria nel 1806 e accettò da Napoleone la carica di rettore dell’università di Torino. Fondò la Cassa di risparmio di Torino (1827) e promosse l’istituzione della Cassa dei censi e prestiti (1795) per provvedere all’ammortamento del debito pubblico.

  • Piatti tipici di Chieri

    L’offerta gastronomica piemontese è assolutamente una delle maggiori attrazioni della regione. I piatti tipici di Chieri sono:

    • I grissini Rubatà (Panificio Dessì a Chieri oppure ottimo il Grissinificio Feyles a Santena per confezioni da 3-5-10 kg in molte declinazioni di gusto)
    • La focaccia dolce di Chieri, dolce tipico composta da ingredienti semplici e genuini, come farina, latte, burro, zucchero e uovo. La focaccia di Chieri è gustosa e sofficissima.
    • I baci di Chieri, e le Genzianelle, deliziosi bocconcini di cioccolato ripieni di creme
    • Gli umbertini, gustosi amaretti morbidi, profumati al fiore d’arancio, che fanno risalire la loro storia al Principe Umberto
    • I “Brut e Bun” o brutti e buoni, dolcetti a base di albume e nocciole
    • Il Freisa, vino rosso fermo o frizzante, della DOC chierese
    • Il Vermouth, famoso in tutto il mondo, reso celebre dalla Martini & Rossi.

     

    Ecco alcuni ristoranti in cui deliziarvi con le ricette tipiche e in generale con buona cucina, a Chieri e dintorni.

    • Stasera cucino io, Piazza Mazzini 8 a Chieri: cucina tradizionale, locale con particolari antichi di pregio
    • Cube, Piazza Cavour 3 a Chieri: cucina tradizionale rivisitata e ottima carta vini
    • Ostaria della tradission, Piazzale Boglione, Valle Ceppi-Pino Torinese: cucina tradizionale, presidio Slow food
    • Da Esterina, Via Roma 25, Baldissero Torinese: storicamente locale di riferimento in collina, famoso per il fritto misto e i piatti tipici, bella vista sulle colline Bar pasticceria Avidano, Via Vittorio Emanuele II a Chieri: Maestro del Gusto, tra i migliori produttori piemontesi di Gianduiotti
    • Vermouth il Reale, Via San Giorgio 19 a Chieri, produzione artigianale di vermouth, con piacevole e raffinato locale serale aperto dal mercoledì alla domenica, a pochi passi da casa
    • Panificio Dessì, Via Vittorio Emanuele II, 12 a Chieri: i migliori grissini
    • Il Vecchio Forno, Via Tepice 61 a Valle Ceppi-Pino Torinese: forno del borgo, con lavorazione a vista e forno a legna! Ottimi in particolare le pizze e i dolci.

  • Cosa visitare a Chieri

    Chieri è una città molto antica, con un patrimonio storico-artistico straordinario, nonostante sia poco conosciuta. Nel XV secolo era detta la città delle cento torri, per le numerose torri erette dalle potenti famiglie locali, purtroppo oggi solo parzialmente visibili. Ecco gli imperdibili da visitare prima di tutto:

    • Collegiata di Santa Maria della Scala o Duomo di Chieri
    • Chiesa di San Giorgio
    • Chiesa di San Domenico
    • Chiesa di San Bernardino

    Molti anche gli edifici civili, il cui numero è rappresentativo dell’importanza delle famiglie delle corporazioni chieresi nell’epoca d’oro dal 1100 al 1600.
    Anche qui, proponiamo un breve elenco, partendo dai più antichi, per una bella passeggiata poiché visibili solo dall’esterno, salvo il ghetto ebraico la cui corte è visitabile e palazzo Balbiano, il cui ingresso e scala monumentale è accessibile.

    • Casa Solaro (ghetto ebraico, corte medievale)
    • Palazzo Valfrè
    • Casa Moncucco
    • Palazzo Tana
    • Palazzo Costa
    • Palazzo Franchino
    • Palazzo Opesso
    • Palazzo Moncucco
    • Palazzo Tana
    • Palazzo Buschetti
    • Torre Ferrero
    • Palazzo Mercadillo
    • Palazzo Balbiano di Colcavagno
    • Arco trionfale

    Nei dintorni potrai visitare anche la Basilica di Superga, il Castello e giardini Cavour a Santena, il Castello di Rivoli, la Palazzina di caccia di Stupinigi e il Santuario di Don Bosco a Castelnuovo Don Bosco

     

    A Chieri puoi visitare anche molti musei interessantissimi:

    • Museo e Casa Storica Martini & Rossi, entusiasmante percorso alla scoperta della produzione del Vermouth, dagli antichi torchi, alla selezione di erbe, agli storici manifesti
    • Museo del Tessile
    • Archivio tessile tessitura Vasino (su prenotazione)
    • Imbiancheria del Vajro: utilizzata oggi per workshop, laboratori e mostre temporanee, l’Imbiancheria del Vajro fu costruita nel ‘500 proprio per provvedere all’imbiancatura dei filati in matassa e delle pezze finite prodotti dagli imprenditori della Corporazione dell’Università dell’Arte del Fustagno
    • Centro visite Don Bosco
    • Studio di Felice Casorati a Pavarolo
    • InfiniTO: planetario e osservatorio astronomico – Pino Torinese

  • Eventi a Chieri

    DI FREISA IN FREISA

    Il secondo week-end di settembre a Chieri si svolge la fiera enogastronomica che vede protagonista il vino Freisa, varietà tipica delle colline chieresi.

  • Curiosità su la Casa nel Vicolo

    La Casa nel Vicolo è ricavata dall’ex-magazzino pertinente al cortile della casa principale, risalente alla fine del XVII secolo. Proprio per la sua destinazione d’uso originaria, le porte di accesso sono rimaste ancora oggi basse.

    La casa si trova nel Vicolo dell’Imbuto, quartiere di San Giorgio, il nucleo più antico della città di Chieri.

    Fino agli inizi del Novecento non erano attribuiti indirizzi alle strade, che risultano identificate da toponimi di area. Il quartiere era denominato San Giorgio, in riferimento alla vicina chiesa, una delle più antiche della città. Il toponimo attuale fu attribuito solo verso gli anni ’30 del Novecento.

    I racconti degli anziani, memoria storica ancora vivente in città, narrano che vi fosse nel vicolo una distilleria che, durante la prima guerra mondiale si avvale dei prigionieri, incarcerati a Palazzo Opesso, a poca distanza, che venivano portati presso la distilleria a produrre e imbottigliare la grappa. Di qui il nome “dell’Imbuto”.
    Il racconto vuole che un giorno una signora che abitava nel vicolo avesse dato ai prigionieri delle pagnotte. I prigionieri, stupiti, le chiesero perché lo facesse. Lei rispose che anche suo figlio era caduto prigioniero chissà dove e che, dunque, sperava che qualche buona signora facesse lo stesso per lui.

  • La storia delle Langhe

    Le Langhe sono quella zona sud occidentale del Piemonte universalmente conosciuta per le sue colline completamente tappezzate di vigneti a perdita d’occhio.
    L’aspra conformazione del terreno di queste colline, soggette a erosione, offre oggi un panorama spettacolare di borghi arroccati in cima ai “bricchi”.

    Il nome Langa identifica proprio il sistema geologico di rilievi, che si sviluppa su tre lunghe dorsali, da cui deriva l’etimologia del nome “Lang”, cioè lungo, proprio ad indicare il lungo percorso formato dal susseguirsi di creste.
    Tant’è che ancora oggi l’espressione “andar per Langa” indica proprio questo lungo cammino di collina in collina, lungo crinali, bricchi e castelli, fra l’alta Langa sulle alture e la bassa Langa nelle valli.

    Ed è lo stesso motivo per cui anche i centri abitati sono, in genere, sulle creste: questo fatto contribuisce a rendere più spettacolare la visione delle Langhe, punteggiate dai castelli, dalle torri, dai paesi, dalle cappelle-rifugio per i pellegrini.

    L’asprezza dei luoghi ha reso complicata anche la costruzione di una rete stradale moderna. Ancora oggi si percorrono le strade tracciate in epoca romana e medievale, rivivendo il fascino dell’esperienza di un cammino lento attraverso lo spazio e il tempo.
    Un tempo di cui si ripercorrono le tracce prima romane, poi medievali, per poi seguire le storie legate al ducato dei Savoia, fino alla resistenza di cui le Langhe sono state luogo protagonista durante la seconda guerra mondiale, testimoniata da molti scrittori, per diventare infine, attraverso il 900 e fino ad oggi, luogo di eccellenza enogastronomica, paesaggistica e culturale, tanto da essere catalogato tra i tesori Patrimonio dell’UNESCO.

  • Curiosità sulla Città di Monforte

    Monforte d’Alba, conosciuta come Mons Fortis fino al 1862, è uno dei complessi medievali piemontesi meglio conservati di cui ancora oggi è visibile la pianta originale.

    Il borgo antico si sviluppa lungo stretti vicoli lastricati, che si inerpicano fino alla sommità della collina, zona della Saracca, nome che probabilmente si rifà al termine “saracinesca”, quella che la notte permetteva di chiudere la porta di accesso al borgo.

    La Saracca era, ed è tutt’oggi, la piazzetta centrale del borgo medievale. Salendo oltre, e seguendo la musica in filodiffusione, si giunge alla piazza dove oggi sorgono la torre campanaria, presidio delle mura, e l’oratorio di Sant’Agostino. La piazza è delimitata dal Palazzo dei marchesi Scarampi del Cairo, e dal 1986 ospita un anfiteatro a gradoni, oggi auditorium a cielo aperto con circa 800 posti a sedere diventato sede di importanti appuntamenti della cultura del teatro e della musica.

    Al castello preesistente è legato l’eccidio del 1028 di un gruppo di religiosi monfortini – presunti Càtari – quando l’arcivescovo di Milano, per mettere fine alla resistenza di questo gruppo di eretici, ne ordinò la condanna al rogo (ricordato oggi da Corso Monforte a Milano).

    Si ritiene che l’attuale Palazzo d’Assi, vera e propria torre medievale, nei secoli poi divenuta anche sede di amministrazione della giustizia nel borgo, fosse proprio la roccaforte dei Càtari. Oggi salire e ridiscendere per le suggestive stradine, immerse nel silenzio, è per gli avventori un autentico tuffo nella storia.

  • Dove mangiare a Monforte

    Ecco alcuni ristoranti nel cuore di Monforte che propongono ricette tipiche e in generale la buona cucina:

    • Case della Saracca, affascinante location squisitamente ristrutturata proprio sulla piazza della Saracca, ottima cucina e ottima carta vini
    • Ristorante Moda, anch’esso a due passi da Palazzo d’Assi, cucina raffinata quanto l’ambiente, sia nelle sale che nel giardino, ideale per occasioni romantiche
    • Trattoria della Posta, poco fuori l’abitato di Monforte, alta cucina tradizionale, bellissime sale e servizio impeccabile
    • Borgo Sant’Anna dello chef Pasquale Laera, anch’esso poco fuori l’abitato di Monforte, una stella Michelin dal 2021
    • Gennaro di Pace, ristorante dell’omonimo chef, adiacente al Castello di Perno, frazione di Monforte, alta cucina fra tradizione e rivisitazione.

    Nel borgo nuovo di Monforte potrai trovare anche altre trattorie più semplici, ma ugualmente eccellenti. A Castiglione Falletto segnaliamo la Terrazza da Renza, bar trattoria molto amata dagli autoctoni, semplice ma genuina e con una vista mozzafiato dalla terrazza in estate.

  • Cosa vedere a Monforte e dintorni

    Catalogato come uno dei borghi più belli d’Italia, Monforte è in sé una visita a cielo aperto.

    Partendo da Palazzo d’Assi, torre medievale risalente all’incirca all’anno Mille e roccaforte dei Càtari, il consiglio è quello di passeggiare per i vicoli medievali a salire, incontrando prima la piazzetta della Saracca, fino poi all’Auditorim Horszowsky con la torre campanaria, l’oratorio di Sant’Agostino e il palazzo Scarampi, per poi scendere, incontrando la fondazione Bottari Lattes, piccole enoteche e osterie, fino a raggiungere la piazza Garibadli e il borgo nuovo.

    Consigliamo poi di raggiungere la frazione di Perno, in auto o noleggiando una e-bike, prenotando una visita al Castello di Perno. Il castello, della cui struttura originaria medievale rimangono oggi solo le mura, è una bella villa settecentesca, che fu acquistata dall’editore Giulio Einaudi e, grazie a questo, luogo di ritiro e di scrittura di diversi e importanti autori del Novecento, come ad esempio Primo Levi e Cesare Pavese.

    Oggi acquistato da privati, il castello è parzialmente visitabile, e comprende anche un’azienda vinicola. Potrete prenotare una visita con degustazione dei vini dell’azienda, nella privilegiata cornice della biblioteca privata di Luigi Einaudi.

    Impossibile descrivere tutta l’offerta delle Langhe, tuttavia, ecco alcuni imperdibili:

    • Barolo
    • Castello di Barolo e museo del vino WiMu
    • Belvedere a La Morra
    • Cappella delle Brunate

  • Itinerari a tema

    Da non perdere gli itinerari a tema disponibili nelle Langhe. Percorsi che potrete ritagliare su misura o avvalendosi dei servizi dell’ufficio del Turismo.

    Itinerario dei castelli

    1. Castello Reale di Govone
    2. Castello di Magliano Alfieri
    3. Castello di Monticello D’Alba
    4. Castello di Roddi
    5. Castello di Grinzane Cavour
    6. Castello di Serralunga D’Alba
    7. Castello Falletti di Barolo – WiMu
    8. Castello di Fossano.

     

    Itinerari a piedi o in bicicletta (anche e-bike)

    1. Monforte
    2. Monchiero
    3. La Morra
    4. Fossano

    In questo itinerario potrete effettuare anche delle soste lungo il percorso per ammirare le panchine giganti di Chris Bangle presenti nei dintorni.

     

    Cantine vinicole

    Naturalmente è imprescindibile una visita ad almeno alcune delle aziende vinicole di Monforte, uno degli 11 comuni della DOC del Barolo e sede di alcuni dei produttori fra i più noti al mondo, ma anche di interessanti realtà più piccole ma di grande eccellenza.

     

    DA VISITARE un po’ più lontano

    • Alba, con il suo centro storico e la fiera internazionale del Tartufo in novembre
    • Teatro romano di Bene Vagienna
    • Saluzzo
    • Abbazia di Staffarda
    • Castello della Manta

  • Informazioni sulla città

    Per raggiungere Monforte si consiglia l’auto.

    L’aeroporto più vicino è quello di Cuneo Levaldigi.

    La stazione ferroviaria più vicina è quella di Alba.

    L’ufficio del turismo di Monforte propone molti servizi (trasporti, noleggi) e attività legate alle risorse del territorio (itinerari, visite, degustazioni, corsi)

    Scopri tutti i servizi su www.monfortetourism.it

  • Eventi a Monforte e dintorni

    MONFORTINJAZZ

    https://www.monfortinjazz.it/

    Importante festival internazionale di musica jazz che si svolge in luglio.

     

    PREMIO LETTERARIO GRINZANE LATTES (EX GRINZANE CAVOUR)

    https://fondazionebottarilattes.it/premio-lattes-grinzane

    Uno dei più importanti premi letterari italiani, in ottobre.

     

    FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO DI ALBA

    https://www.fieradeltartufo.org/

    In ottobre e novembre, uno dei maggiori eventi sul panorama internazionale legati al tartufo bianco.

     

    CHEESE

    https://cheese.slowfood.it/

    Fiera formaggi presidio slowfood, a Bra nel mese di settembre.

     

    COLLISIONI FESTIVAL

    http://www.collisioni.it/it/homepage

    Festival di musica e letteratura, luglio, Alba e dintorni.

  • Curiosità su Palazzo d'Assi

    Palazzo d’Assi, torre medievale risalente all’incirca all’anno Mille, verosimilmente roccaforte dei Càtari nel Medioevo e in seguito luogo di amministrazione della giustizia della città di Monforte d’Alba, rimasta tale dalla fine del ‘700 alla fine degli anni ‘20.

    Nel 1928 è stato poi abbandonato e solamente di recente è diventato oggetto di un importante progetto di recupero grazie alla volontà del proprietario, Thomas Rückle, che, sotto la supervisione del ministero dei Beni e delle attività culturali e il coinvolgimento di diversi artisti, architetti e aziende locali, l’ha riportato alla luce trasformandolo in dimora per i turisti.

    L’edificio, essendo una dimora ereditata dal passato, è caratterizzato da una serie di finestre e porte finestre differenti fra loro, sia come forma sia come dimensione, suddivise in base al piano. Un tempo, per esempio, il complesso, oggi riportato all’altezza originale, era caratterizzato da una serie di aperture ad arco, poste all’ultimo piano che delimitavano il livello anticamente adibito a piazza pubblica coperta, che oggi ospita l’appartamento panoramico La Piazza d’Assi.

    Accanto all’ingresso, ancora oggi delimitato da un imponente cancello di ferro, si trovano due nicchie tradizionalmente utilizzate per le pubblicazioni comunali. Tre archi gotici oggi chiusi ma ben visibili sulla facciata raccontano quella che doveva essere la struttura del tempo.

Le nostre 3 dimore storiche in Piemonte

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Torino

Appartamento Conte Verde
Anno 1663
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Chieri

Casa del Vicolo
Anno 1715

Langhe

Palazzo d’Assi
Anno 926